Data l’importanza delle riqualificazioni energetiche del parco edilizio e le sue interconnessioni con la politica comunitaria, abbiamo sottoposto ai candidati al Parlamento UE un questionario volto a sondare da una parte quali valori essi associano al recupero del nostro patrimonio costruito, dall’altra come pensano che debba essere affrontata la riqualificazione edilizia nel rapporto tra istituzioni europee e Stati membri.
Abbiamo contattato più di 20 candidati di ogni forza politica, distribuiti nelle 5 circoscrizioni, invitandoli a rispondere al questionario, tramite via mail o via social network; l’invito è stato ripetuto ogni 3 giorni durante 3 settimane, fino all’ottenimento della risposta. In totale sono stati contattati 193 candidati, 53 dei quali hanno risposto, come mostra la Figura 1.
Il questionario è composto da 15 domande, articolate in due parti.
La prima parte, composta dalle prime dieci domande, intende indagare la percezione del legame tra il tema delle riqualificazioni edilizie ed i principali benefici associati ad esse:
- Conservazione dell’identità culturale
- Aumento della salute e del benessere
- Miglioramento della sicurezza energetica
- Risparmio in bolletta
- Contrasto alla povertà energetica
- Diminuzione dell’inquinamento locale
- Lotta all’inquinamento globale
- Aumento dell’occupazione
- Crescita economica
- Aumento dei valori immobiliari
Ai candidati è stato chiesto se fossero d’accordo in merito all’esistenza di un legame tra le riqualificazioni edilizie e ognuno dei precedenti benefici. Sono state proposte quattro possibili risposte:
- completamente d’accordo
- parzialmente d’accordo
- parzialmente in disaccordo
- completamente in disaccordo
In base alle risposte ricevute è stato possibile ricavare i seguenti risultati, a seconda dell’appartenenza alla specifica forza politica.
I colori tendenti al verde indicano la percezione di un forte legame tra le riqualificazioni e il beneficio associato; al contrario, i colori tendenti al rosso indicano la percezione di un legame scarso tra le riqualificazioni ed il relativo beneficio associato.
Si può notare che vi sono delle differenze tra diverse forze politiche, ma queste non sono molto profonde.
Nessuna forza politica si è dichiarata “completamente in disaccordo” in merito al legame tra le riqualificazioni edilizie e qualsiasi dei benefici indicati; tutte le risposte mediate ricadono in “completamente d’accordo” o “parzialmente d’accordo” o “parzialmente in disaccordo”.
A conferma di quanto sopra, è possibile notare che ogni forza politica individua almeno un beneficio che percepisce come fortemente correlato alle riqualificazioni edilizie; ogni forza politica ha infatti almeno una cella che riporta “completamente d’accordo”.
Con queste premesse, non stupisce che i risultati generali (ottenuti mediando le risposte ricevute da ogni forza politica), indichino la percezione di un forte legame tra le riqualificazioni edilizie e tutti i dieci benefici (infatti tutte le celle nella riga “media generale” della Figura 2, riportano “completamente d’accordo” o “parzialmente d’accordo”).
Oltre ai punti comuni, la studio ha mostrato anche alcune significative differenze. Per ogni domanda, vi sono infatti almeno due partiti che non sono “completamente d’accordo”.
Si può notare che gli schieramenti politici non sono granitici e che a volte forze politiche appartenenti a schieramenti opposti condividono il medesimo punto di vista. Ad esempio, il legame tra riqualificazioni edilizie e l’aumento della salute e del benessere è fortemente percepito da tutti i partiti attualmente all’opposizione, ma anche da Forza Italia. Fratelli di Italia e Lega hanno invece una visione differente (la Lega addirittura è più in disaccordo che in accordo).
Oppure si nota che l’aumento dell’occupazione è percepito fortemente correlato alle riqualificazioni edilizie da Allenza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Fratelli d’Italia. Sul medesimo punto Azione, Stati Uniti d’Europa, Forza Italia e la Lega sono invece “parzialmente d’accordo”.
A livello globale tutti i benefici elencati sono percepiti come caratteristici delle riqualificazioni edilizie; quelli maggiormente percepiti come più correlati sono, in ordine:
- conservazione dell’identità culturale (1 sola forza politica non “completamente d’accordo”)
- miglioramento della sicurezza energetica (2 sole forze politiche non “completamente d’accordo”)
- aumento di salute e benessere (2 sole forze politiche non “completamente d’accordo”)
- risparmio in bolletta (2 sole forze politiche non “completamente d’accordo”)
Le correlazioni meno percepite (4 forze politiche non sono “completamente d’accordo”) sono invece quelle relative a:
- aumento dell’occupazione
- crescita economica
A completamente di quanto sopra, la Figura 3 illustra tutte le risposte pervenute, in modo da poter apprezzare anche le differenze all’interno della medesima forza politica.
La seconda parte del questionario (domande dalla n. 11 alla n. 15) riguarda invece le possibili politiche da intraprendere a favore delle riqualificazioni edilizie. L’analisi delle risposte ricevute conferma le conclusioni della prima parte: più che le differenze tra le diverse forze politiche, emergono i punti in comune.
Pressoché tutti i candidati (51 scelte su 53 risposte alla domanda n. 11) ritengono opportuno che le istituzioni europee continuino a supportare e promuovere la riqualificazione energetica degli edifici.
Analogamente, la quasi totalità dei candidati (50 scelte su 53 risposte alla domanda n. 12) ritiene corretta l’applicazione del principio “energy efficiency first” e pertanto che ogni intervento di riqualificazione edilizia debba generare risparmi energetici.
Riguardo alle azioni che il legislatore dovrebbe prioritariamente implementare (domanda n. 13), si nota la preferenza alle azioni rivolte a ridurre il costo degli interventi di riqualificazione (incentivare ricerca & sviluppo) e alle azioni rivolte ad aumentare il numero di riqualificazioni (sportelli informativi).
Siamo particolarmente soddisfatti da tali risposte perché a nostro avviso sono quelle con maggiore impatto.
Relativamente agli interventi che tecnicamente dovrebbero avere priorità di implementazione (domanda n. 14), la risposta che riteniamo la più corretta è sì quella più gettonata (21 preferenze per la richiesta di ridurre i consumi, senza alcun favoritismo tecnologico), ma a nostro avviso l’integrazione di sistemi di produzione di energie rinnovabili negli edifici ha raccolto un alto numero di preferenze (16 volte) grazie alle simpatie, non sempre giustificate né tecnicamente né economicamente, di cui continuano a beneficiare tali tecnologie.
Le maggiori differenze che si sono riscontrate nella seconda parte del questionario riguardano il rapporto tra Unione Europea e Stati Membri (domande n. 11 e 15) e vede la contrapposizione tra forze attualmente al Governo ed all’apposizione.
I rappresentanti delle forze di Governo scelgono risposte che garantiscano all’Italia la massima autonomia, anche nella concessione di incentivi. I rappresentanti delle forze di opposizione chiedono invece l’attivazione di risorse economiche e finanziarie comuni, a vantaggio degli interventi sulla prima casa o, comunque, per ridurre fortemente i consumi (Zero Energy Building).
Di seguito si riportano le domande dalla numero 11 alla numero 15 e le relative risposte ricevute.
Domanda 11
Ritiene opportuno che le istituzioni europee continuino il percorso di supporto e promozione della riqualificazione energetica degli edifici, attraverso investimenti diretti (quali ad esempio Horizon Europe e Recovery and Resilience Fund) e documenti programmatici e normativi?
- No, ritengo che non sia utile una politica europea di investimenti e regole comuni per l’edilizia
- Si, nel rispetto dell’autonomia e delle specificità degli stati membri
- Si, tenendo presente che accanto a norme comuni occorre attivare risorse economiche e finanziarie comuni
- Si, ritengo che i percorsi fatti finora siano coerenti e corretti
La domanda indaga la possibile prosecuzione del percorso di supporto e promozione delle riqualificazioni energetiche degli edifici, che l’Unione Europea ha intrapreso.
Tutti i candidati, con la sola eccezione di due, ritengono che tale percorso debba continuare. In particolare, tutti i candidati provenienti dalle forze di Governo ritengono opportuno che le istituzioni UE continuino ad occuparsi del tema ma nel rispetto dell’autonomia e delle specificità degli Stati Membri. Anche la quasi totalità dei candidati appartenenti a forze dell’opposizione ritengono che le istituzioni UE debbano continuare ad occuparsi del tema, ma ritengono necessario altresì attivare risorse economiche e finanziarie comuni tra i diversi Paesi Membri.
Domanda 12
La legislazione italiana da oltre dieci anni prevede che quando si effettuano interventi di una certa profondità di manutenzione sugli edifici bisogna necessariamente realizzare anche misure di efficientamento energetico. Ritiene che questa esperienza sia positiva e che possa essere esportata a livello europeo?
- No, ritengo che siano misure sbagliate e che debba essere il proprietario (privato o pubblico) chi decide cosa fare
- Si, è importante che quando si fa un investimento sul patrimonio edificato, ci siano norme chiare per assicurare la redditività dell’intervento a lungo termine
- Si, è importante che quando si interviene su un edificio, il progetto sia orientato a migliorare la qualità dell’abitare
- Si, anche se ormai tutti i paesi dell’unione europea hanno già norme simili
La domanda indaga il principio “energy efficiency first”, ovvero se ogni intervento di riqualificazione debba puntare alla diminuzione dei consumi energetici. La grandissima maggioranza dei candidati ritiene che tale principio sia corretto. In particolare, la maggioranza delle risposte pervenute (35 scelte) ritiene che ogni progetto debba anche migliorare la qualità dell’abitare. Degna di nota è anche l’opzione seconda classificata, ovvero la richiesta che le riqualificazioni energetiche debbano essere redditizie, perlomeno nel lungo termine (10 scelte).
Domanda 13
Quali misure ritiene che debbano essere promosse a livello pubblico per accompagnare la riqualificazione energetica del patrimonio edificato?
- Attivazione di sportelli di informazione a cittadini e tecnici delle amministrazioni locali su tempi, modi e opportunità legate alla riqualificazione energetica
- Attività di formazione ai tecnici (progettisti)
- Investimenti in ricerca e sviluppo per ridurre i costi delle riqualificazioni
- Attività di verifica terza dei progetti per garantire e stimolare l’efficacia degli interventi
La domanda chiede quali misure debbano essere promosse dal legislatore. Due possibili opzioni si sono contese il primo posto: la proposta di aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo (al fine di ridurre i costi delle riqualificazioni) ha infatti ottenuto 23 preferenze, mentre la proposta di aprire sportelli informativi per cittadini e tecnici (gli One Stop Shop) ha ottenuto 19 preferenze.
Domanda 14
Quali ritiene sia la priorità delle politiche di supporto alla riqualificazione energetica degli edifici?
- Favorire l’integrazione di sistemi di produzione di energie rinnovabili negli edifici
- Inserire sistemi di produzione di energia termica ed elettrica più efficienti di quelli attuali
- Ridurre il fabbisogno di energia negli edifici, riducendo le dispersioni dell’involucro edilizio
- La priorità deve essere ridurre i consumi, applicando le tecnologie necessarie ad ogni intervento
La domanda chiede quali siano le soluzioni tecniche che dovrebbero essere privilegiate dalle politiche di supporto per le riqualificazioni energetiche degli edifici. Anche in questo caso c’è un testa-a-testa tra due opzioni: la richiesta di ridurre i consumi, al di là delle singole tecnologie, ha raccolto 20 preferenze, mentre la proposta di favorire le fonti rinnovabili ha raccolto 17 preferenze. Al terzo posto si colloca la richiesta di dare priorità alla coibentazione dell’involucro (12 preferenze). La proposta di dare priorità alle soluzioni impiantistiche ha invece raccolto solo 4 preferenze.
Domanda 15
Come dovrebbe essere indirizzato il piano incentivante europeo per la riqualificazione energetica?
- Dovrebbe finanziare solo gli interventi che portino l’edificio ad annullare i consumi (Zero Energy Building)
- Dovrebbe finanziare solo edifici pubblici, privilegiando alcune funzioni (per esempio educative o sanitarie), con l’obiettivo di creare dei modelli esemplari per tutti gli altri
- Dovrebbe finanziare gli edifici residenziali privati (prima casa), visto che gli edifici pubblici hanno già fondi per la riqualificazione edilizia
- L’indirizzo degli incentivi dovrebbe essere stabilito da ogni Paese membro
La domanda indaga sul futuro piano incentivante europeo per la riqualificazione energetica.
L’opzione più gettonata è risultata essere quella che gli incentivi dovrebbero essere stabiliti dai singoli Paesi Membri (19 preferenze). A nostro avviso questa scelta, più che indicare una volontà di autonomia decisionale, mostra la mancanza di un’idea programmatica di come implementare il piano incentivante.
Al secondo posto si è collocata la proposta che gli incentivi dovrebbero essere dedicati alle prime case (15 preferenze, tutte da rappresentati dell’opposizione), al terzo (12 scelte, tutte dall’opposizione) la proposta che gli incentivi dovrebbero essere dati solo agli interventi che portino l’edificio ad annullare i propri consumi (Zero Energy Building). Ha invece raccolto pochi consensi (7 preferenze) la proposta che gli incentivi siano destinati ai soli edifici pubblici, al fine di creare dei modelli esemplari per tutti gli altri.
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