Aggiornamento 2018

Renovate Italy

Position Paper – aggiornamento 2018

 

Un italiano, in media, trascorre il 90% del proprio tempo all’interno di edifici. Questi dovrebbero offrire protezione dalle intemperie, dal caldo, dal freddo, dai rumori, dal sisma, dal fuoco, e creare un ambiente sano e ideale allo sviluppo delle potenzialità di ogni individuo: a scuola, sul posto di lavoro, a casa.

 

Purtroppo non è così: la maggioranza degli edifici italiani è stata costruita prima dell’entrata in vigore delle disposizioni che hanno introdotto requisiti minimi prestazionali:

  • per l’efficienza energetica: le prime disposizioni risalgono al 1976 (legge 373) ma sono comunque insufficienti se confrontate con quelle attuali (entrate in vigore nel 2015) e si applicavano solo alle nuove costruzioni;
  • per l’acustica: le prime disposizioni sono entrate in vigore ad inizio del 1998 e non si applicano completamente agli interventi sugli edifici esistenti;
  • per la protezione dal sisma: le norme, originarie del 1974, sono state continuamente migliorate (le ultime volte nel 2009 e nel 2018);
  • per la protezione dal fuoco: a tutt’oggi la legislazione cogente non è completa.

 

Lo stock edilizio italiano è dunque inefficiente e non adeguato a rispondere al compito che dovrebbe svolgere, garantire sicurezza e offrire comfort affinché tutti noi, che trascorriamo la maggior parte della nostra vita al loro interno, siamo più sani e felici, i lavoratori più efficienti, gli studenti migliori… in altri termini, perché l’Italia diventi un Paese più avanzato e competitivo.

 

Da diversi anni si è posta attenzione alla riqualificazione energetica degli edifici esistenti, con l’introduzione di specifici obblighi ed incentivi, con lo scopo di diminuire il consumo energetico degli edifici esistenti.

Questi strumenti, potenzialmente risolutori, non hanno avuto un pieno successo: hanno stimolato interventi parziali mentre quelli profondi ne hanno beneficiato solo in piccola parte.

  numero % Investimenti [M€] Risparmio totale

[GWh/a]

Risparmio unitario [MWh/a] CER

[€/kWh]

Riqualificazione globale 4.276 1,0% 312 97,7 22,8 0,11
Coibentazione involucro 21.862 5,1% 769 329,1 15,1 0,08
Serramenti 212.731 50,4% 1517 515,2 2,4 0,10
Schermature solari 84.953 20,1% 184 25,6 0,3 0,25
Impianto solare termico 8.236 2,0% 50 36,1 4,4 0,09
Impianto di riscaldamento 86.319 20,5% 871 287,3 3,3 0,20
Building automation 3.614 0,9% 20,3 10,5 2,9 0,18

[fonte: elaborazione dei dati contenuti nel rapporto ENEA riferito all’anno 2017]

 

Le buone idee finora espresse devono ora essere applicate in programmi efficaci per una diffusa e profonda riqualificazione del patrimonio edificato.

Una riqualificazione profonda è quella che non si limita ad alcuni elementi parziali, ma interessa globalmente una o più parti che costituiscono l’edificio (facciata, copertura, sottosistemi impiantistici) e, come tale, consente di raggiungere i miglior risultati.

In particolare, una riqualificazione non può dirsi profonda se non riguarda l’involucro edilizio, la macro-area tecnologica che più di tutte impatta sui consumi di energia dell’edificio.

Una riqualificazione profonda può essere effettuata in un unico intervento o per fasi (gli interventi sulle diverse parti tecnologiche dell’edificio non sono simultanee ma intervallati secondo una determinata tempistica).

 

Una riqualificazione profonda deve considerare tutti i bisogni legati all’abitare. Infatti, la sola semplicista attenzione alla diminuzione dei consumi non è sufficiente (ed anzi potrebbe addirittura essere fuorviante) perchè, secondo il trend attuale, porta solo ad un parziale miglioramento del comfort termico indoor (protezione dal freddo e dal caldo) e ad un mantenimento (o addirittura un peggioramento) di tutte le altre caratteristiche.

Questo rischio, dopo gli ultimi tragici episodi che hanno colpito l’Italia centrale, è stato risolto per la protezione dal sisma, che ha beneficiato dell’introduzione di specifici incentivi, differenti da quelli per l’efficienza energetica, proprio perchè questi ultimi non portavano ad un miglioramento della protezione anti-sismica.

Riqualificare gli immobili dal punto di vista energetico è una necessità dettata dalla lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici; non deve però essere una azione fine a sé stessa, ma l’occasione per riqualificare l’immobile e trasformarlo in un edificio sostenibile, ovvero (secondo la definizione originaria “lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”, Rapporto Bruntland, 1987) che soddisfi i bisogni, tanto delle generazioni presenti, quanto di quelle future.

 

L’inadeguatezza degli edifici italiani è evidente proprio analizzando le caratteristiche degli involucri edilizi, che sono stati pensati per offrire solo il più elementare dei ripari, quello dalle intemperie.

Gli involucri edilizi subiscono rari interventi di riqualificazione (terminato un intervento, bisognerà aspettare decine di anni prima che venga eseguito il successivo); pertanto, quando si interviene è necessario correggere e contemplare tutti gli aspetti, non solo quelli che hanno portato a realizzare l’intervento.

In particolare, un intervento sull’involucro impatta sempre, oltre che sul comfort termico, anche sulla protezione dal rumore e dal fuoco. Il rischio è che, se l’intervento di efficientamento energetico dell’involucro non tiene in considerazione anche la protezione dal rumore e dal fuoco, l’intervento renderà gli inquilini più esposti al rumore ed al fuoco, quindi un drastico peggioramento del comfort e della sicurezza.

 

Riqualificare un edificio, qualunque sia il motivo dell’intervento, deve pertanto non semplicemente migliorarne qualche prestazione, ma trasformarlo e renderlo un luogo sicuro e accogliente per chi vi abita, studia o lavora.

 

In questo modo, l’edificio non sarà più vetusto ma sicuro, bello e confortevole, almeno come un edificio nuovo; in altre parole ne aumenterà il valore e la propria appetibilità sul mercato.