Forte richiamo del Parlamento Europeo sull’efficienza energetica

logope_itaIl parlamento Europeo ha approvato la Risoluzione del 23 giugno 2016 sulla relazione sull’attuazione della direttiva sull’efficienza energetica 2012/27/UE.

Il testo approvato si compone di 88 paragrafi che forniscono una visione piuttosto completa dello stato di attuazione della direttiva e tracciano una sorta di road map per una più efficace e completa attuazione dell’obiettivo di un risparmio dei consumi di energia primaria dell’Unione del 20% rispetto alle proiezioni, entro il 2020.

 

Clicca qui per scaricare la presente sintesi ad opera di Renovate Italy

Il raggiungimento dell’obiettivo è riconosciuto a rischio, a meno che non si dia piena attuazione alla legislazione dell’UE vigente, non si accelerino gli sforzi e non si rimuovano gli ostacoli agli investimenti. E’ deplorato l’assai poco ambizioso obiettivo adottato dal Consiglio Europeo nel 2014 (almeno il 27% di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030).

La Commissione e gli Stati membri sono esortati a rivedere l’obiettivo alla luce dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, per conseguire l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C e perseguire gli sforzi volti a limitarne l’aumento a 1,5°C. Alla Commissione è chiesto di fissare un obiettivo vincolante in materia di efficienza energetica pari al 40% per il 2030 e che la revisione della direttiva sull’efficienza energetica sia in linea con gli obiettivi dell’UE di protezione del clima e con l’accordo della COP21.

Nel testo approvato trovano spazio molti degli aspetti messi in luce dalla campagna di sensibilizzazione di Renovate Italy.

L’esigenza di una visione strategica

Considerato che l’efficienza energetica è la misura più vantaggiosa in termini di costi per rispettare gli impegni dell’Unione di riduzione delle emissioni di CO2 e che l’efficienza energetica può contribuire ad accrescere la resilienza del sistema energetico e a favorire la transizione verso una condizione sostenibile e sicura, il Parlamento ritiene che i cittadini e le imprese abbiano interesse a consumare meno energia e a ridurre i costi. Sottolinea quindi l’importanza di un quadro normativo solido, costituito da obiettivi e misure per incentivare e concretizzare gli investimenti a favore dell’efficienza energetica e di bassi consumi e costi energetici.

Il principio “efficienza energetica al primo posto” deve assumere un carattere strategico, per conseguire i maggiori vantaggi in termini di costi della transizione alle fonti energetiche rinnovabili nel mix energetico. Nell’analisi complessiva sui costi benefici occorre tener conto dei molteplici vantaggi dell’efficienza energetica e di un tasso di sconto sociale, in modo da non penalizzare le soluzioni caratterizzate da periodi di ammortamento non brevi.

Ugualmente strategico è affrontare il grave problema della mancanza di coordinamento tra diversi elementi delle legislazioni nazionali, che può ostacolare l’attuazione dell’efficienza energetica e annulla i vantaggi che possono essere ottenuti tramite il risparmio energetico. In particolare, il Parlamento chiede che siano elaborati piani per eliminare gradualmente i sussidi ai combustibili fossili e incanalare i fondi verso i progetti a favore dell’efficienza energetica volti a raggiungere l’obiettivo dell’UE di decarbonizzazione del settore energetico entro il 2050.

La centralità del settore dell’edilizia e della deep renovation degli edifici

Si sottolinea che l’efficienza energetica rientra tra gli obiettivi fondamentali dell’UE e che occorre pertanto stimolare i Paesi europei a evitare gli sprechi nei settori più energivori (industria, trasporti, edilizia).

Tuttavia, mentre all’industria e ai trasporti non sono dedicati che alcuni paragrafi, il settore dell’edilizia è menzionato in una ventina di punti. Esso è riconosciuto come il maggiore responsabile dei consumi (il 40% del consumo di energia nell’UE è ascrivibile agli edifici e il 50% dell’energia è utilizzato a scopi di riscaldamento e raffreddamento). Il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici è ritenuto di primaria importanza per ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la sicurezza energetica, oltre che per mettere fine alla povertà energetica e stimolare l’economia. La potenzialità di riduzione dei consumi degli edifici è tale da poter contribuire a compensare eventuali deficit di risparmio ottenuti in altri settori.

Tale è l’attenzione alla deep renovation e agli investimenti che a essa devono essere dedicati, che il Parlamento propone che l’articolo 4 della direttiva (oggi dedicato alla “Ristrutturazioni di immobili”) sia intitolato “Strategie a lungo termine per la ristrutturazione profonda del parco nazionale di edifici, compresa la mobilitazione di investimenti”. Una strategia a lungo termine in materia di efficienza energetica nel settore dell’edilizia è ritenuta necessaria, così come ulteriori stimoli alla ristrutturazione profonda degli edifici, per non fermarsi a misure semplici e a basso costo.

Agli Stati membri è chiesto di realizzare lo scenario europeo di edifici a energia quasi zero entro il 2050, descrivendone le modalità di conseguimento dei risultati nel prossimo documento di aggiornamento delle strategie.

Questo punto, ritenuto essenziale per conseguire gli obiettivi della COP21, è ribadito quando viene richiesto alla Commissione e agli Stati membri di accordare priorità alla realizzazione dell’obiettivo di edifici a energia quasi zero a livello UE entro il 2050, in occasione della preparazione della seconda versione delle strategie, che dovrà essere presentata entro aprile 2017.

Promuovere gli investimenti nel settore dell’edilizia

Agli Stati membri è chiesto di promuovere gli investimenti nel settore dell’edilizia, dedicando maggiori sforzi per incentivare una profonda ristrutturazione del parco edilizio non adeguatamente isolato.

La connessione tra fondi strutturali e del FEIS e investimenti privati è ritenuta di grande importanza, tanto da richiedere alla Commissione un più preciso orientamento e un monitoraggio più rigoroso, anche per evitare che nel quadro dei fondi strutturali dell’UE siano finanziati progetti poco efficaci ai fini dell’efficienza energetica, criticati nella relazione della Corte dei conti. E’ assolutamente prioritario sviluppare strumenti, mezzi e modelli innovativi di finanziamento per mobilitare i fondi pubblici e dinamizzare gli investimenti privati a tutti i livello territoriali, allo scopo di promuovere gli investimenti nei settori chiave dell’efficienza energetica, quali la ristrutturazione degli edifici, tenendo in debita considerazione le caratteristiche specifiche degli investimenti a lungo termine.

L’utilizzo delle risorse dell’UE è giustificato non solo dall’abbattimento delle bollette energetiche ma anche dalla creazione di numerosi posti di lavoro e dal conseguimento degli obiettivi di reindustrializzazione.

E’ sottolineata l’importanza degli strumenti finanziari europei, sotto forma di prestiti e garanzie, per favorire il finanziamento di progetti sull’efficienza energetica da parte del settore privato). Rilevato che i progetti a favore dell’efficienza energetica sono spesso di piccole dimensioni e devono essere riuniti in portafogli più ampi, si chiede alla Commissione, alla BEI e agli Stati membri di erogare maggiore assistenza tecnica per lo sviluppo dei progetti, onde agevolare gli investimenti.

Ostacoli e soluzioni

Sempre con riferimento al settore dell’edilizia, il Parlamento evidenzia diverse criticità che è necessario affrontare, e offre alcuni indirizzi verso cui dirigere la costruzione delle strategie.

In materia di regimi obbligatori di efficienza energetica (articolo 7 della direttiva) si propone di dare la priorità a interventi nel settore edilizio, favorendo in particolare l’attuazione delle strategie nazionali a lungo termine (articolo 4 della direttiva) che dovrebbero sfruttare appieno il potenziale degli investimenti nella ristrutturazione energetica degli edifici.

Si ritiene che l’estensione del ruolo esemplare degli edifici pubblici a tutti i livelli della pubblica amministrazione, non solo a livello centrale, contribuirebbe a sfruttare appieno le potenzialità di risparmio nell’edilizia, un settore che evidenzia le maggiori potenzialità di risparmio non solo energetico, ma anche per realizzare effetti positivi più ampi, tra cui condizioni di maggiore comfort e benessere. Gli Stati membri dovrebbero quindi essere tenuti a stabilire meccanismi interni per il raggiungimento dell’obiettivo del 3% annuo di ristrutturazione degli edifici di tutti i livelli della PA. Si rileva inoltre che i requisiti di efficienza energetica negli appalti pubblici non sono pienamente compresi da tutti gli enti appaltanti.

Nel contesto della revisione della direttiva sull’efficienza energetica è richiesto alla Commissione di proporre uno specifico obiettivo per migliorare l’efficienza energetica del parco edilizio residenziale, ponendo anche norme minime in fatto di efficienza energetica da applicarsi in futuro alle abitazioni in locazione.

E’ richiesto che sugli obblighi di risparmio e sui piani concernenti gli edifici e le ristrutturazioni si proceda a un migliore coordinamento e a uno scambio di opinioni e di migliori pratiche tra gli Stati membri, al fine di applicare più rapidamente gli strumenti esistenti e nuovi (incentivi fiscali, programmi di sostegno, modelli contrattuali, investimenti nell’edilizia popolare).

La Commissione è invitata a incoraggiare gli Stati membri affinché si impegnino di più a favore della ristrutturazione degli edifici non residenziali, considerandone l’alto potenziale di redditività a breve termine.

Sul piano del capacity building, si chiede che vengano stanziate le risorse necessarie per formare gli operatori, in modo che possano realizzare ristrutturazioni di qualità e per divulgare i nuovi sviluppi tecnici (tra cui metodi di refrigerazione, illuminazione, isolamento, termostati, misurazioni, rivestimenti vetrati, e molti altri).

Si sottolinea che le bollette energetiche sono tuttora poco chiare e imprecise e si raccomanda di migliorarne la trasparenza e la comparabilità delle informazioni chiave, affinché i consumatori possano adeguare l’andamento dei propri consumi.

Il ruolo delle autorità locali

Osservato preliminarmente che le autorità locali e regionali sono fondamentali nella promozione dell’efficienza energetica e nella transizione energetica globale, il Parlamento osserva che esse hanno un ruolo cruciale nel consentire l’attuazione della direttiva e devono impegnarsi, attraverso piani d’azione locali, in misure ambiziose di risparmio energetico, ad esempio nell’ambito del Patto dei sindaci per il clima e l’energia.

Alla Commissione viene richiesto di coinvolgere le autorità locali e regionali, in modo da promuovere l’efficienza energetica a livello regionale, locale e tra i cittadini.

Sotto il profilo della qualità dell’aria, che genera gravi problemi soprattutto a livello locale, il Parlamento esprime preoccupazione per il crescente inquinamento causato da alcuni impianti di riscaldamento domestici alimentati da biomasse solide che producono grandi quantità di polveri sottili, ossidi d’azoto, monossido di carbonio e diossine estremamente negative per la qualità dell’aria e quindi dannosi per la salute umana; esorta quindi gli Stati membri ad attuare soluzioni alternative efficienti ed ecologiche.

Uno stimolo per le politiche nazionali

La Risoluzione approvata dal Parlamento conferma la preoccupazione (la constatazione) che agli impegni formali e alle dichiarazioni di principio non seguano iniziative politiche e legislative adeguate, in grado di rendere concreto un contesto favorevole alla realizzazione delle misure di efficienza energetica necessarie. Soprattutto alla luce della rinnovata consapevolezza della gravità e urgenza del problema ambientale e dei più ambiziosi impegni assunti alla COP21, è necessario un mutamento di strategia, un cambio di scala, un gradino nei grafici degli investimenti, dell’efficienza, dei consumi. Le puntualizzazioni, le esortazioni e gli orientamenti forniti evidenziano in modo chiaro i punti deboli sui quali occorre lavorare.

Si auspica che il richiamo del Parlamento Europeo porti a ricadute positive immediate, senza attendere i lunghissimi tempi tradizionalmente richiesti per l’aggiornamento, il recepimento e l’attuazione delle direttive comunitarie.

Virginio Trivella (Renovate Italy)

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