Riqualificazioni energetiche: il motore per la ripresa economica

In questi tempi la riqualificazione energetica degli edifici è sulla bocca di tutti, grazie al DL Rilancio Italia (d.lgs n. 34 del 19 maggio 2020) che deve essere ora convertito in Legge, e grazie al recepimento della Direttiva 2018/844/UE (d.lgs 48 del 10 giugno 2020), che modifica ed integra l’EPBD, Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici.

Si parla molto di riqualificazione energetica degli edifici anche a livello comunitario. Renovate Europe, con l’intenzione di fornire un importante contributo al dibattito comunitario (e nazionale) su come e dove utilizzare i fondi che verranno stanziati per fronteggiare la crisi economica derivante dall’epidemia di COVID-19, ha commissionato a BPIE (Building Performance Institute Europe) uno studio in merito ad alcuni impatti positivi delle riqualificazioni energetiche. In particolare, grazie all’analisi di diversi studi realizzati negli ultimi sei anni, BPIE ha trovato risultati particolarmente incoraggianti in merito alla creazione di posti di lavoro e ai benefici macro-economici, ad ogni livello (nazionale, comunitario, globale).

In sintesi, BPIE, analizzando 35 diversi studi, ha trovato i seguenti risultati.

Benefici in termini di occupazione ed impatto economico

  • Ogni milione di euro investito nella riqualificazione energetica degli edifici crea (in media) 18 posti di lavoro, locali e a lungo termine.
  • Il numero di posti di lavori creati dipende dalle caratteristiche di ogni singolo paese. Nello specifico: 
    • Croazia: 29 posti lavoro/milione €
    • Estonia: 17 posti lavoro/milione €
    • Finlandia: 16 posti lavoro/milione €
    • Italia: 15 posti lavoro/milione €
    • Spagna: 18 posti lavoro/milione €
  • A livello nazionale lo studio ha trovato che il costo per creare un nuovo posto di lavoro può anche essere inferiore a quanto speso per mitigare gli effetti della disoccupazione. Ad esempio in Spagna sono necessari 14.000 € per creare un posto di lavoro nelle costruzioni, mentre nello stesso paese la spesa per l’assegno di disoccupazione ammonta a 20.000 €. Inoltre, sempre in Spagna, ogni euro di investimento pubblico nelle riqualificazioni energetiche, per il settore pubblico genera (grazie alle tasse e altre voci) un flusso di cassa positivo pari a 0,62 €.

Benefici macroeconomici suddivisi per destinazione d’uso dell’edificio

  • Uffici: la riqualificazione energetica degli uffici aumenta la produttività di circa il 12%; a livello comunitario ciò significa un beneficio di circa 500 miliardi € all’anno.
  • Ospedali: in quelli ben progettati o ben riqualificati i tempi di ospedalizzazione sono ridotti di circa l’11%; a livello comunitario ciò significa un beneficio di circa 45 miliardi € all’anno per i sistemi sanitari
  • Abitazioni: lo studio condotto in Francia ha individuato che circa 930 milioni € di costi sanitari sono dovuti a una pessima qualità dell’edificio. Includendo anche i costi correlati (assenze sul lavoro, produttività inferiore, ecc.), la pessima qualità degli edifici costa all’economia francese circa 20 miliardi € all’anno.

Il chiaro messaggio che arriva da questo studio è che investire nella riqualificazione energetica dei nostri edifici è un investimento che rende. Genera infatti benefici (di tipo economico e sociale) sia per le persone, sia per la società. 

E’ ora compito di ogni paese dell’Unione Europea includere la riqualificazione degli edifici nei propri Piani di Recupero post-epidemia, in modo che la “Renovation Wave” possa generare tutti gli attesi benefici.

[clicca qui per scaricare lo studio completo in Inglese]

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